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giovedì 8 dicembre 2016

Un anno nero: più di quaranta vittime in Sicilia

Una strage silenziosa che vede la Sicilia fra le regioni più colpite. La conta dei morti sul lavoro continua implacabile e pone l’Isola al sesto posto, insieme con la Puglia, fra le regioni italiane e seconda fra quelle del Mezzogiorno, secondo i dati Inail elaborati da Vega Engineering fino al settembre di quest’anno. In nove mesi in Sicilia hanno perso la vita 38 lavoratori. Se si considera il loro numero in relazione a quello degli occupati, l’Isola è quinta in Italia per mortalità nei luoghi di lavoro. Numeri che negli ultimi anni non accennano a diminuire e che vedono il settore dell’edilizia come quello più colpito, seguito dalle attività manifatturiere e dai trasporti. Sempre secondo l’Inail, nel 2015 in Sicilia si sono contati oltre 28 mila infortuni sul lavoro. La provincia con la maggiore incidenza è stata quella di Ragusa, la meno colpita Palermo. Ma le statistiche, naturalmente, considerano solo infortuni e decessi regolarmente denunciati. E con la crisi economica la situazione è peggiorata. “Le gare al massimo ribasso – spiega Francesco Tarantino della Fillea Cgil (edilizia) – portano le imprese a tagliare il più possibile sul costo del lavoro, sicurezza compresa. E poi in tutta la Sicilia ci sono non più di 200 ispettori del lavoro, mentre ne servirebbero almeno 500. Colpa dei tagli che si sono susseguiti nelle ultime Finanziarie regionali”. Nel settore dei porti e dei cantieri, secondo Sebastiano Calleri, responsabile sicurezza della Cgil nazionale, “si registra un altissimo numero di incidenti di elevata gravità”.


La repubblica 30 nov. 16

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